Dimissioni per giusta causa: cosa e quali sono, come presentarle

03/04/2023

Nel grande periodo di transizione ed evoluzione che il mondo del lavoro sta vivendo, post-COVID, con la ricerca di persone sempre più formate e specializzate e dipendenti che chiedono flessibilità lavorativa e gratificazione, tra great resignation e quite quitting, ci si dimentica spesso di un’altra forma di abbandono del posto di lavoro: le dimissioni per giusta causa. Cosa sono e quando è possibile presentarle? Cerchiamo di fare chiarezza su un tema poco dibattuto.

Cosa sono le dimissioni per giusta causa

I dipendenti a tempo indeterminato, generalmente, devono comunicare al datore di lavoro le proprie dimissioni con un anticipo congruo, regolato a tutti gli effetti dal contratto nazionale di riferimento: il così detto “periodo di preavviso”, che varia a seconda del settore dell’attività, dell’inquadramento e del ruolo dei lavoratori, consente all’azienda di cercare e trovare sostituti adeguati e di effettuare il passaggio di consegne.

Le dimissioni per giusta causa sono regolate dall’articolo 2119 del codice civile e, configurandosi solo in casi particolari, permettono al dipendente di interrompere il rapporto di lavoro con effetto immediato, senza periodo di preavviso, avendo anche diritto a richiedere la NASPI, ovvero l’indennità di disoccupazione. Inoltre, possono prevedere il riconoscimento di una specifica indennità, per lenire il danno che l’organizzazione ha causato alla persona dimissionaria.

Quando si configurano le dimissioni per giusta causa: motivazioni ed esempi

Essendo causate da condizioni di lavoro tossiche, non si può usufruire delle dimissioni per giusta causa in tutte le occasioni, o a propria discrezione. Quando si configurano, dunque? Vediamo cosa dice la legge.

Dimissioni per mancato pagamento stipendio

Com’è facile intuire, un buon motivo – del tutto previsto dalla legge – per abbandonare il posto di lavoro in qualunque momento è la mancata retribuzione, specie se recidiva. Si tratta anche di una motivazione facilmente riscontrabile alla prova dei fatti.

Dimissioni per mobbing

Anche i tentativi, più o meno riusciti, di mobbing rientrano tra le casistiche di dimissioni per giusta causa. Il problema, spesso, è riuscire a provare in modo certo le pressioni subite dall’organizzazione, specie se di tipo psicologico.

Dimissioni per comportamento ingiurioso posto in essere dal superiore

Insulti, umiliazioni ma anche totale disinteresse verso l’operato del dipendente possono spingerlo ad abbandonare il luogo di lavoro, dando dimissioni definite “per giusta causa”. Spesso, questi comportamenti possono portare anche alla richiesta di risarcimenti per danni morali.

Dimissioni per molestie sessuali

Avances e comportamenti inappropriati da parte di colleghi, sottoposti, pariruolo o superiori afferenti alla sfera sessuale, per non dire degli atti di violenza, rientrano a pieno titolo tra le giuste cause previste dall’articolo 2119.

Dimissioni per mancato versamento contributi

In modo simile alla mancata erogazione dello stipendio, anche il mancato versamento dei contributi giustifica l’abbandono del lavoro da parte del dipendente. In questo caso, il problema è semmai recuperare l’ammontare dei versamenti non effettuati nel tempo.

Dimissioni per trasferimento lavoratore presso altra sede, senza motivo

Lo spostamento del luogo di lavoro, se improvviso e non motivato da evidenti necessità, deve essere concordato con il lavoratore. Ecco perché il trasferimento immotivato giustifica le dimissioni, secondo il Codice civile.

Dimissioni per peggioramento delle mansioni lavorative

Anche l’improvviso demansionamento rientra nei comportamenti che giustificano le dimissioni senza preavviso e l’addio immediato del posto da parte del lavoratore. Inoltre, il demansionamento può essere considerato parte delle strategie di mobbing.

Dimissioni per variazioni importanti delle condizioni di lavoro a seguito di cessione azienda

In questo caso, il lavoratore è vittima di cause di forza maggiore, ma se la nuova proprietà non rispetta gli accordi precedentemente in vigore, esso può lasciare l’azienda senza dovere alcun tipo di preavviso o preaccordo.

Queste sono le casistiche principali in cui le dimissioni possono essere definite per giusta causa, dunque eludere il congruo preavviso e altri obblighi contrattuali a carico del dipendente, che abbandona l’azienda immediatamente, può disporre degli ammortizzatori sociali previsti (NASPI) e anche richiedere danni o risarcimenti all’organizzazione, quali spettanze non ricevute, versamenti mancanti o altro.

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Come presentare le dimissioni per giusta causa

Individuata la possibilità di lasciare il posto di lavoro per una delle motivazioni previste dall’articolo 2119, come presentare le dimissioni per giusta causa?

Innanzitutto, con una apposita lettera di “dimissioni per giusta causa”. Il dipendente deve presentare le dimissioni per giusta causa direttamente per via telematica, con l’invio dei moduli idonei al datore di lavoro.

Il lavoratore non è obbligato a chiarire immediatamente i motivi della sua decisione. Serve però che la comunicazione specifichi che non si tratta di dimissioni ordinarie, selezionando appunto l’opzione “per giusta causa”, così da innescare l’iter preposto.

Il modulo può essere inviato dal lavoratore tramite sito dell’INPS, oppure tramite intermediari preposti, come sindacati e patronati, e consente la revoca delle dimissioni entro 7 giorni dalla spedizione.

Questa comunicazione prevede un preavviso? Come già detto più volte, le dimissioni per giusta causa possono non rispettare i termini di preavviso dei contratti nazionali di competenza. Inoltre, il dipendente non deve corrispondere all’azienda alcuna indennità sostitutiva di preavviso.

Come dimostrare che si tratta realmente di dimissioni per giusta causa? Il gesto deve essere supportato da una documentazione di atti idonei, allegati alla lettera di dimissioni, che riporti diffide, esposti contro il datore di lavoro, oppure avvenire come reazione immediata alla grave condotta dello stesso. 

Dimissioni per giusta causa e NASPI

Una volta date le dimissioni per giusta causa, è possibile accedere alla NASPI? Come riporta l’INPS, la NASPI spetta ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione. Questo non esclude dunque chi ha dovuto rassegnare le dimissioni per giusta causa, poiché se l’atto è volontario, non lo sono le condizioni che lo hanno generato.

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Cosa fare dopo il licenziamento per giusta causa

Sicuramente, dopo aver lasciato il posto di lavoro per giusta causa, occorre prendersi il tempo necessario per capire come muoversi e cosa fare. 

Se il datore di lavoro accetta le dimissioni, si è liberi di cercare un altro impiego e cominciare un nuovo percorso. Se invece le dimissioni per giusta causa non vengono accettate, si può agire in giudizio contro lo stesso datore di lavoro, chiedendo al Giudice l’accertamento della giusta causa, ricevendo così gli indennizzi che spettano di diritto.

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